Autorità di bacino distrettuale dell'Appennino settentrionale
Settore 'Qualità delle acque e gestione della risorsa idrica'
In questa sezione è riportata l'analisi del gap, quantitativo e chimico, del corpo idrico sotterraneo selezionato.
Ulteriore dettaglio circa gli aspetti 'pressioni' e 'misure' agenti sul corpo idrico è accessibile dalla sezione 'DPSIR'
oppure direttamente da questo
link.
Per quanto riguarda invece il dettaglio degli aspetti qualitativi del corpo idrico, questi sono accessibili dalla sezione 'GWB' (corpi
idrici sotterranei), oppure direttamente da questo
link.
Sono riportati di seguito i principali dati di carattere generale del corpo idrico, nonchè la sintesi del suo gap quantitativo e chimico. Per i dati completi si vedano i tabs 'Gap stato quantitativo' e 'Gap stato chimico'.
La 'gap analysis', sia per gli aspetti di natura quantitativa che chimica, è suddivisa in parti:
* Stima del gap del corpo idrico.
* Ripartizione del gap tra le pressioni che lo originano, ovvero individuazione di quali
pressioni siano all'origine di tale gap ed in quale misura.
* Valutazione dell'efficacia teorica delle misure adottate in termini di riduzione del gap del corpo idrico.
* Valutazione dell'efficacia reale delle misure adottate, anche in relazione alla loro fattibilità economica, e stima
dell'eventuale gap residuo che potrebbe restare a carico del corpo idrico.
Ciascuno dei precedenti punti è approfondito ed analizzato in dettaglio nei tabs di questa pagina.
Come precedentemente accennato, il gap circa lo stato quantitativo di un corpo idrico è definito pesando i
contributi di bilancio idrico, intrusione salina e rapporti tra acque sotterranee e superficiali (vedi
pagina 'Ground water bodies (GWB) gap analysis').
Il gap, sia chimico che quantitativo, può assumere valori nell'intervallo [0, 100], dove il
valore 0 sta per assenza di gap (obiettivi già raggiunti) ed il valore 100 sta per gap massimo (massima distanza tra
stato attuale del corpo idrico ed obiettivi). A tali valori corrispondono classi di gap crescente da 'A' a
'D'.
Nel caso del corpo idrico in esame, ne viene quanto segue:
Lo stato di qualità di un corpo idrico, e quindi anche il suo eventuale gap, è, in generale, legato alle pressioni che,
direttamente od indirettamente, agiscono su di esso.
Le pressioni tuttavia, non impattano tutte alla stessa maniera, ma alcune avranno
più peso rispetto alle altre. E' poi possibile che lo stato di un corpo idrico sia in parte condizionato da situazioni
non direttamente riconducibili alle pressioni significative agenti su di esso.
La presente scheda affronta il problema di individuare quali pressioni significative siano alla base del gap quantitativo
precedentemente stimato, ed in quale misura. In particolare, si è assunto che il gap quantitativo sia distribuito
percentualmente fra tutte le pressioni che lo determinano, secondo le indicazioni di cui alle 'Linee guida per l’analisi
delle pressioni', di 'ISPRA'.
Sulla base di quanto sopra, le seguenti 'Tabella 1' e 'Tabella 2' riportano, in percentuale ed in valore assoluto, la ripartizione del gap quantitativo sulle pressioni significative e sulle classi di pressione che agiscono sul corpo idrico in esame.
In termini di classi di pressione, la porzione di gap quantitativo riconducibile ad una determinata classe è dato dalla somma dei contributi a carico di ciascuna pressione appartenente alla classe stessa.
Le precedenti 'Tabella 1' e 'Tabella 2' definiscono completamente le interazioni tra pressioni significative e gap quantitativo.
Riprendendo i risultati dei precedenti tabs, il gap quantitativo del corpo idrico in esame è
'A Assente', cui corrisponde un valore assoluto di 0.000.
Tale gap è attribuibile alle pressioni significative agenti sul corpo idrico nella misura del
0.0 %.
In termini di classi di pressione, il gap cui è soggetto il corpo idrico è attribuibile a ciascuna di esse secondo
la già vista 'tabella 2', di seguito ancora riportata.
Le misure da cui ci si aspetta efficacia nel ridurre il gap del corpo idrico sono quelle cui appartengono gli
interventi previsti sul corpo idrico in esame (vedi modello 'DPSIR' oppure direttamente da
questo link) e che hanno, quale classi di
pressione obiettivo, le classi di cui alla precedente 'tabella 2'.
Tali misure sono nel seguito indicate come 'misure efficaci'.
Sono escluse dalle misure efficaci nei confronti del gap quantitativo le misure 'M0038', 'M0039' ed
'M0040' le quali sono esplicitamente legate ai soli aspetti ecologici dei corpi idrici superficiali. Nel
contesto delle valutazioni circa il gap quantitativo dei corpi idrici sotterranei, a tali misure è attribuito
peso nullo.
Il contributo di una misura efficace alla riduzione del gap è stimato nel seguente modo.
Sia data una classe di pressioni che è causa, ad esempio, del 20% del gap quantitativo del corpo idrico (la
percentuale di gap attribuibile ad una data classe di pressioni è nel seguito indicato con 'classGapPercent').
Se tale classe è obiettivo di n misure efficaci, si assume che ciascuna misura si faccia carico, ovvero sia
in grado di porre rimedio, ad una percentuale di gap pari a:
$$ Gap M_i = \frac{Peso_i}{\sum_{i} Peso_i} * classGapPercent $$
dove la sommatoria è estesa alle n misure efficaci ed i simboli hanno il seguente significato:
Ciascuna misura, dal canto suo, può essere efficace verso più classi di pressione (sempre tra quelle che
agiscono sul corpo idrico in esame) e, ripetendo il ragionamento fatto sopra, è possibile determinare il contributo
di ciascuna misura per ogni classe di pressione attiva sul corpo idrico.
Sommando i contributi di ciascuna misura relativamente a tutte le classi di pressione cui è
soggetto il corpo idrico, si ottiene infine il contributo complessivo della misura stessa alla riduzione del gap.
Si sottolinea ancora come le misure che hanno come obiettivo solo classi di pressione non presenti sul corpo idrico in esame
abbiano, anche se applicate al corpo idrico, efficacia nulla.
Sulla base di tale calcolo, la seguente 'Tabella 3' riporta il contributo di tutte le misure, sia in
percentuale che in valore assoluto, alla riduzione del gap quantitativo sul corpo idrico in esame. Le misure efficaci
risultano in colore.
La precedente 'Tabella 3' riporta, per il corpo idrico considerato, l'elenco delle misure applicate al corpo idrico,
con il relativo contributo alla riduzione del gap quantitativo.
Si evidenzia come non necessariamente il gap fronteggiato con le misure coincida con il gap totale cui è soggetto
il corpo idrico.
Tale circostanza può verificarsi, ad esempio, quando non sono previste misure che abbiano effetti (abbiano quali
obiettivi) su una o più delle classi di pressione responsabili del gap.
Riprendendo i precedenti risultati, il gap chimico del corpo idrico in esame è
'A Assente', cui corrisponde un valore assoluto di 0.000.
Tale gap è legato alle pressioni significative agenti sul corpo idrico, con l'esclusione di una parte, pari
al 0.00 %, non riconducibile a pressioni significative note ('Gap irrisolto').
La 'tabella 3' del tab 'Misure (1/2)' riporta l'elenco delle misure previste per il corpo idrico,
con il relativo contributo, alla riduzione del gap chimico.
Indipendentemente dal suo valore, le misure previste si fanno complessivamente carico del 0.0 %
del gap chimico del corpo idrico.
In valore assoluto, cioè tenendo esplicitamente conto del valore del gap, le
misure si fanno carico di un valore di gap pari a 0.0.
Si evidenzia come tali valori corrispondano
al gap del corpo idrico al netto del gap irrisolto.
Tale risultato si basa sull'assunto implicito che dette misure siano completamente realizzate ed esplichino interamente
la loro efficacia entro il periodo di validità del presente Piano. In riferimento a questo, il carico di ciascuna
misura, come dato dalla 'tabella 3' del tab 'Misure (1/2)', è nel seguito indicato come
'carico teorico'.
L'aspetto della valutazione di quanto tempo una misura impieghi per realizzare i propri obiettivi è al di là di queste
note. Se ne è tuttavia tenuto conto in modo empirico nella attribuzione del peso proprio di ciascuna misura (una misura
che sviluppa i propri effetti in tempi lunghi avrà un peso proprio inferiore).
Viceversa, in questo tab è affrontato il discorso circa il fatto che una misura possa non essere interamente completata,
in quanto finanziata, relativamente al presente ciclo di pianificazione, solo in parte.
E' chiaro che tale circostanza pone un limite alla efficacia della misura ma la valutazione di tale soglia
è molto difficile e non è escluso che ci siano situazioni per cui una misura inizia ad avere
efficacia solo dopo che è stata integralmente portata a compimento.
Stante anche il fatto che una misura è, in questo Piano, un contenitore di molteplici interventi, si è ritenuto
tuttavia ragionevole attribuire a ciascuna misura una efficacia pari alla copertura finanziaria (in %) della misura
stessa.
Una misura quindi interamente finanziata si farà carico dell'intero gap ad essa attribuito nella citata
'tabella 3' del tab 'Misure (1/2)'. Una misura finanziata solo parzialmente si farà carico del gap, che ad essa
competerebbe secondo la 'tabella 3', in proporzione alla propria copertura finanziaria.
Per ciascuna misura si definisce quindi 'carico effettivo', o anche 'contributo effettivo', il prodotto tra
il carico teorico della misura e la copertura finanziaria percentuale della misura stessa.
La seguente 'Tabella 4' riporta il contributo effettivo di tutte le misure, in
percentuale, alla riduzione del gap quantitativo sul corpo idrico in esame.
I valori riportati in tabella sono già al netto del gap irrisolto.
Sono evidenziate in giallo le misure con copertura finanziaria incompleta. La colonna 'Peso' è riportata a titolo
informativo circa l'importanza della misura, ma non è coinvolta nei calcoli.
Si ricorda che le percentuali di gap riconducibili ad una misura, e quindi sia il
'Gap teorico (%)' che il 'Gap effettivo (%)' di cui alla tabella seguente, sono indipendenti dall'effettivo
valore del gap.
La seguente 'Tabella 5' conclude l'analisi della efficacia delle misure e riporta il gap risolto da tutte
le misure previste per il corpo idrico, tenuto conto di tutte le analisi precedentemente condotte ed esposte.
Diversamente da quanto visto finora, anche i dati percentuali sono riferiti al gap effettivo del corpo idrico
(ne consegue che il gap risolto da una misura sarà zero se il corpo idrico non ha gap, mentre è il valore di cui
al campo 'Gap effettivo (%)' della precedente 'Tabella 4' se invece il corpo idrico ha effettivamente
un gap quantitativo). La tabella si configura quindi come quadro finale dell'analisi delle misure di Piano
sul corpo idrico in oggetto.
Sono evidenziate in giallo le misure che non contribuiscono alla riduzione del gap del corpo idrico.
Il 'gap residuo' esprime la eventuale discrepanza tra il gap di cui, teoricamente, avrebbero dovuto farsi carico le misure ed il gap di cui invece l'insieme delle misure si fa effettivamente carico, in conseguenza sia del gap irrisolto, sia di una incompleta copertura finanziaria delle misure stesse.
La 'gap analysis', sia per gli aspetti di natura quantitativa che chimica, è suddivisa in parti:
* Stima del gap del corpo idrico.
* Ripartizione del gap tra le pressioni che lo originano, ovvero individuazione di quali
pressioni siano all'origine di tale gap ed in quale misura.
* Valutazione dell'efficacia teorica delle misure adottate in termini di riduzione del gap del corpo idrico.
* Valutazione dell'efficacia reale delle misure adottate, anche in relazione alla loro fattibilità economica, e stima
dell'eventuale gap residuo che potrebbe restare a carico del corpo idrico.
Ciascuno dei precedenti punti è approfondito ed analizzato in dettaglio nei tabs di questa pagina.
Come precedentemente accennato, il gap circa lo stato chimico di un corpo idrico è definito pesando i contributi
di inquinamento diffuso, inquinamento puntuale, intrusione salina, connessione con corpi idrici superficiali in
stato scadente o pessimo, aree protette e trend (vedi pagina 'Ground water bodies (GWB) gap analysis').
Il gap, sia chimico che quantitativo, può assumere valori nell'intervallo [0, 100], dove il
valore 0 sta per assenza di gap (obiettivi già raggiunti) ed il valore 100 sta per gap massimo (massima distanza tra
stato attuale del corpo idrico ed obiettivi). A tali valori corrispondono classi di gap crescente da 'A' a
'D'.
Nel caso del corpo idrico in esame, ne viene quanto segue:
Lo stato di qualità di un corpo idrico, e quindi anche il suo eventuale gap, è, in generale, legato alle pressioni che,
direttamente od indirettamente, agiscono su di esso.
Le pressioni tuttavia, non impattano tutte alla stessa maniera, ma alcune avranno
più peso rispetto alle altre. E' poi possibile che lo stato di un corpo idrico sia in parte condizionato da situazioni
non direttamente riconducibili alle pressioni significative agenti su di esso.
La presente scheda affronta il problema di individuare quali pressioni significative siano alla base del gap chimico
precedentemente stimato, ed in quale misura. In particolare, si è assunto che il gap chimico sia distribuito
percentualmente fra tutte le pressioni che lo determinano, secondo le indicazioni di cui alle 'Linee guida per l’analisi
delle pressioni', di 'ISPRA'.
Sulla base di quanto sopra, le seguenti 'Tabella 1' e 'Tabella 2' riportano, in percentuale ed in valore assoluto, la ripartizione del gap chimico sulle pressioni significative e sulle classi di pressione che agiscono sul corpo idrico in esame.
Nessuna parte del gap chimico è attribuibile alle pressioni significative agenti sul corpo idrico in oggetto.
In termini di classi di pressione, la porzione di gap chimico riconducibile ad una determinata classe è dato dalla somma dei contributi a carico di ciascuna pressione appartenente alla classe stessa.
Le precedenti 'Tabella 1' e 'Tabella 2' definiscono completamente le interazioni tra pressioni significative e gap chimico.
Riprendendo i risultati dei precedenti tabs, il gap chimico del corpo idrico in esame è
'None', cui corrisponde un valore assoluto di None.
Tale gap è attribuibile alle pressioni significative agenti sul corpo idrico nella misura del
0.0 %.
In termini di classi di pressione, il gap cui è soggetto il corpo idrico è attribuibile a ciascuna di esse secondo
la già vista 'tabella 2', di seguito ancora riportata.
Le misure da cui ci si aspetta efficacia nel ridurre il gap del corpo idrico sono quelle cui appartengono gli
interventi previsti sul corpo idrico in esame (vedi modello 'DPSIR' oppure direttamente da
questo link) e che hanno, quale classi di
pressione obiettivo, le classi di cui alla precedente 'tabella 2'.
Tali misure sono nel seguito indicate come 'misure efficaci'.
Sono escluse dalle misure efficaci nei confronti del gap chimico le misure 'M0038', 'M0039' ed
'M0040' le quali sono esplicitamente legate ai soli aspetti ecologici dei corpi idrici superficiali. Nel
contesto delle valutazioni circa il gap chimico dei corpi idrici sotterranei, a tali misure è attribuito
peso nullo.
Il contributo di una misura efficace alla riduzione del gap è stimato nel seguente modo.
Sia data una classe di pressioni che è causa, ad esempio, del 20% del gap chimico del corpo idrico (la
percentuale di gap attribuibile ad una data classe di pressioni è nel seguito indicato con 'classGapPercent').
Se tale classe è obiettivo di n misure efficaci, si assume che ciascuna misura si faccia carico, ovvero sia
in grado di porre rimedio, ad una percentuale di gap pari a:
$$ Gap M_i = \frac{Peso_i}{\sum_{i} Peso_i} * classGapPercent $$
dove la sommatoria è estesa alle n misure efficaci ed i simboli hanno il seguente significato:
Ciascuna misura, dal canto suo, può essere efficace verso più classi di pressione (sempre tra quelle che
agiscono sul corpo idrico in esame) e, ripetendo il ragionamento fatto sopra, è possibile determinare il contributo
di ciascuna misura per ogni classe di pressione attiva sul corpo idrico.
Sommando i contributi di ciascuna misura relativamente a tutte le classi di pressione cui è
soggetto il corpo idrico, si ottiene infine il contributo complessivo della misura stessa alla riduzione del gap.
Si sottolinea ancora come le misure che hanno come obiettivo solo classi di pressione non presenti sul corpo idrico in esame
abbiano, anche se applicate al corpo idrico, efficacia nulla.
Sulla base di tale calcolo, la seguente 'Tabella 3' riporta il contributo di tutte le misure, sia in
percentuale che in valore assoluto, alla riduzione del gap chimico sul corpo idrico in esame. Le misure efficaci
risultano in colore.
La precedente 'Tabella 3' riporta, per il corpo idrico considerato, l'elenco delle misure applicate al corpo idrico,
con il relativo contributo alla riduzione del gap chimico.
Si evidenzia come
non necessariamente il gap fronteggiato con le misure coincida con il gap totale cui è soggetto il corpo idrico.
Tale circostanza può verificarsi, ad esempio, quando non sono previste misure che abbiano effetti (abbiano quali obiettivi) su una
o più delle classi di pressione responsabili del gap.
Riprendendo i precedenti risultati, il gap chimico del corpo idrico in esame è
'None', cui corrisponde un valore assoluto di None.
Tale gap è legato alle pressioni significative agenti sul corpo idrico, con l'esclusione di una parte, pari
al None %, non riconducibile a pressioni significative note ('Gap irrisolto').
La 'tabella 3' del tab 'Misure (1/2)' riporta l'elenco delle misure previste per il corpo idrico,
con il relativo contributo, alla riduzione del gap chimico.
Indipendentemente dal suo valore, le misure previste si fanno complessivamente carico del 0.0 %
del gap chimico del corpo idrico.
In valore assoluto, cioè tenendo esplicitamente conto del valore del gap, le
misure si fanno carico di un valore di gap pari a None.
Si evidenzia come tali valori corrispondano al gap del corpo idrico al netto del gap irrisolto.
Tale risultato si basa sull'assunto implicito che dette misure siano completamente realizzate ed esplichino interamente
la loro efficacia entro il periodo di validità del presente Piano. In riferimento a questo, il carico di ciascuna
misura, come dato dalla 'tabella 3' del tab 'Misure (1/2)', è nel seguito indicato come
'carico teorico'.
L'aspetto della valutazione di quanto tempo una misura impieghi per realizzare i propri obiettivi è al di là di queste
note. Se ne è tuttavia tenuto conto in modo empirico nella attribuzione del peso proprio di ciascuna misura (una misura
che sviluppa i propri effetti in tempi lunghi avrà un peso proprio inferiore).
Viceversa, in questo tab è affrontato il discorso circa il fatto che una misura possa non essere interamente completata,
in quanto finanziata, relativamente al presente ciclo di pianificazione, solo in parte.
E' chiaro che tale circostanza pone un limite alla efficacia della misura ma la valutazione di tale soglia
è molto difficile e non è escluso che ci siano situazioni per cui una misura inizia ad avere
efficacia solo dopo che è stata integralmente portata a compimento.
Stante anche il fatto che una misura è, in questo Piano, un contenitore di molteplici interventi, si è ritenuto
tuttavia ragionevole attribuire a ciascuna misura una efficacia pari alla copertura finanziaria (in %) della misura
stessa.
Una misura quindi interamente finanziata si farà carico dell'intero gap ad essa attribuito nella citata
'tabella 3' del tab 'Misure (1/2)'. Una misura finanziata solo parzialmente si farà carico del gap, che ad essa
competerebbe secondo la 'tabella 3', in proporzione alla propria copertura finanziaria.
Per ciascuna misura si definisce quindi 'carico effettivo', o anche 'contributo effettivo', il prodotto tra
il carico teorico della misura e la copertura finanziaria percentuale della misura stessa.
La seguente 'Tabella 4' riporta il contributo effettivo di tutte le misure, in
percentuale, alla riduzione del gap chimico sul corpo idrico in esame.
I valori riportati in tabella sono già al netto del gap irrisolto.
Sono evidenziate in giallo le misure con copertura finanziaria incompleta. La colonna 'Peso' è riportata a titolo
informativo circa l'importanza della misura, ma non è coinvolta nei calcoli.
Si ricorda che le percentuali di gap riconducibili ad una misura, e quindi sia il
'Gap teorico (%)' che il 'Gap effettivo (%)' di cui alla tabella seguente, sono indipendenti dall'effettivo
valore del gap.
La seguente 'Tabella 5' conclude l'analisi della efficacia delle misure e riporta il gap risolto da tutte
le misure previste per il corpo idrico, tenuto conto di tutte le analisi precedentemente condotte ed esposte.
Diversamente da quanto visto finora, anche i dati percentuali sono riferiti al gap effettivo del corpo idrico
(ne consegue che il gap risolto da una misura sarà zero se il corpo idrico non ha gap, mentre è il valore di cui
al campo 'Gap effettivo (%)' della precedente 'Tabella 4' se invece il corpo idrico ha effettivamente
un gap chimico). La tabella si configura quindi come quadro finale dell'analisi delle misure di Piano
sul corpo idrico in oggetto.
Sono evidenziate in giallo le misure che non contribuiscono alla riduzione del gap del corpo idrico.
Il 'gap residuo' esprime la eventuale discrepanza tra il gap di cui, teoricamente, avrebbero dovuto farsi carico le misure ed il gap di cui invece l'insieme delle misure si fa effettivamente carico, in conseguenza sia del gap irrisolto, sia di una incompleta copertura finanziaria delle misure stesse.
Lo stato di un corpo idrico è la condizione attuale del corpo idrico ed è definito misurando, sul corpo idrico stesso,
una serie di parametri (quality elements, sostanze prioritarie, livelli, ecc.).
Lo stato obiettivo di un corpo idrico è una condizione desiderata, individuata dal legislatore, che può corrispondere o
meno allo stato attuale.
Qualora lo stato non corrisponda (sia inferiore) allo stato obiettivo siamo in presenza di un gap.
Lo stato di un corpo idrico è influenzato dalle pressioni che su di esso agiscono e nella gap analysis si presuppone che
sia determinato da esse (salvo individuare le situazioni in cui le pressioni note non possono essere considerate la sola causa
dello stato del corpi idrico).
La gap analysis definisce inoltre dei metodi convenzionali attraverso i quali determinare l'influenza di ciascuna pressione
sul quadro ambientale, ovvero sullo stato del corpo idrico.
Qualora il corpo idrico abbia un gap, si assume che le pressioni abbiano su tale gap la stessa influenza che hanno sul quadro
ambientale del corpo idrico e su tale logica si attribuisce a ciascuna pressione una quota di responsabilità sul gap del corpo
idrico.
Si evidenzia che, nei termini sopra descritti, una pressione influenza sempre lo stato di un corpo idrico (salvo i casi
particolari cui sopra si accennava) ma ne influenzerà il gap solo quando il corpo idrico ha effettivamente un gap da colmare.
Le misure sono collezioni di interventi che hanno lo scopo di andare a ridurre l'entità o gli effetti di una o più pressioni,
ed in tale accezione le misure vanno ad agire sul quadro ambientale, sullo stato, del corpo idrico.
La gap analysis assume che le misure si facciano interamente carico degli effetti delle pressioni su cui agiscono.
In maniera analoga a quanto detto sopra, le misure influenzano sempre lo stato di un corpo idrico (salvo i soliti casi
particolari) ma ne influenzeranno il gap solo quando il corpo idrico ha effettivamente un gap.
Nelle seguenti pagine di applicazione della gap analysis si è cercato di puntalizzare sempre gli aspetti di cui sopra, ma è
possibile che siano rimasti punti in cui, anche per la necessità di sintetizzare, si parla di 'effetto sul gap' quando
propriamente
si sarebbe dovuto dire 'effetto sul quadro ambientale'. Tenendo conto di queste note e del contesto, non dovrebbero comunque
esserci ambiguità.
Piano di gestione delle acque 2021 - 2027